Caro Bollette: cosa può (e cosa non può) fare il Governo?
Annunciato ormai da giorni un provvedimento per limitare gli effetti del caro energia e gas: cosa possiamo aspettarci?
Gli annunci si susseguono e il tema si fa sempre più caldo e la situazione concitata. Il caro bollette è diventato un problema urgente per il Governo, anche perché è diventato l’innesco perfetto per la crescita imprevista dell’inflazione, con aumenti generalizzati su tutti i beni di prima necessità.
Ad essere colpiti dalle bollette astronomiche, infatti, non sono state solo le famiglie, ma anche le imprese, che si sono ritrovate spesso con costi di produzione e gestione davvero fuori controllo.
Cosa succede e cosa potrebbe fare il Governo contro i Rincari
Le cause alla base dei rincari, tuttavia, non vanno ricercate nella politica italiana (che sta invece profondendo molti sforzi per contenere i danni), ma nella situazione geopolitica internazionale, con l’aumento senza precedenti delle quotazioni di gas naturale, proveniente per lo più dalla Russia. La scarsità di gas e l’aumento dei prezzi di acquisto all’ingrosso ha causato un’impennata anche dei prezzi dell’energia elettrica, che in molti casi viene prodotta con impianti alimentati proprio a gas (considerato più sostenibile del carbone). A complicare ulteriormente il quadro ci sono stati i rincari sui costi di emissione di C02, che hanno ulteriormente penalizzato gli impianti per la produzione di energia elettrica con carburanti fossili.
L’Italia, purtroppo, non è in grado di coprire il proprio fabbisogno interno e deve approvvigionarsi dall’estero, sia per l’energia elettrica che per il gas. Il governo, quindi, sta provando a mettere in campo strategie per aumentare la produzione interna, sia nel breve che nel lungo termine.
Sul fronte della produzione interna, il governo ha già autorizzato, la riapertura delle centrali elettriche a carbone e sta disponendo un nuovo piano di trivellazioni per provare a raddoppiare le estrazioni nazionali di gas naturale, puntando a coprire fino al 20% del fabbisogno nazionale nel giro di pochi anni. Oltre a questo, in concerto con il GSE, sta valutando di contingentare parte della produzione di energia elettrica proveniente dagli impianti fotovoltaici di piccola e media taglia, remunerandoli a prezzo calmierato, in modo da immettere in rete energia a costo contenuto.
Oltre a queste strategie messe in campo per cercare di abbassare i prezzi e ridurre la dipendenza energetica dall’estero, i provvedimenti più urgenti che verranno presi in questi giorni riguarderanno gli interventi diretti in bolletta.
Cosa può fare il Governo: gli Interventi per le Aziende
Le aziende sono probabilmente i soggetti più penalizzati dai rincari, soprattutto quelle che fanno ampio uso di gas ed energia elettrica per la produzione.
Per le aziende, si ipotizzano quindi le seguenti misure:
- taglio degli oneri di sistema per tutte le utenze aziendali, sia sulla luce che sul gas (come già fatto negli scorsi trimestri per le utenze private)
- possibilità di offrire ai settori industriali energivori fino a 25 Terawattora a prezzo calmierato di 50 euro al Megawatt (le quotazioni attuali si attestano attorno ai 200 euro)
- possibilità di intervenire sulle accise, applicando riduzioni o tagli temporanei
Cosa può fare il Governo: gli interventi per i Privati
Per i privati, invece, le ipotesi allo studio del governo vertono essenzialmente su questi fronti:
- proroga dei tagli sugli oneri generali di sistema
- taglio dell’IVA anche sulla bolletta dell’energia elettrica o, addirittura, azzeramento temporaneo dell’IVA sia su luce che su gas
- riduzione delle Accise
- aumento della platea di beneficiari dei Bonus sociali bollette luce e gas, innalzando la soglia ISEE attualmente fissata a 8.256
- rifinanziamento del bonus bollette con nuovi fondi per compensare i rincari per tutti i beneficiari
Cosa NON potrà fare il Governo
Ovviamente, come anticipato, il Governo non potrà ridurre direttamente i prezzi di Energia Elettrica e Gas metano, neanche nel mercato tutelato, in quanto anche le aziende del mercato tutelato non sono più statali e devono approvvigionarsi sul mercato per poter rivendere l’energia ai cittadini.
Nonostante il parere contrario di alcune associazioni di consumatori, infatti, i prezzi del mercato tutelato sono stabiliti secondo una specifica normativa, che modella i prezzi sugli andamenti della borsa italiana dell’energia (PUN), per cui il governo può offrire degli sconti ai cittadini, ma non può modificare i prezzi al ribasso, contravvenendo alle regole del libero mercato.
La Transizione Ecologica: amica o nemica?
In questo periodo si fa un gran parlare anche della cosiddetta Transizione ecologica, spesso vista come concausa della situazione attuale. Chi sostiene che l’aumento delle bollette sia il prezzo da pagare per la transizione ecologica, probabilmente, è in malafede.
Se è vero che la transizione ecologica ed energetica richiede ampi investimenti per produrre benefici per tutti, va anche sottolineato che l’efficientamento degli impianti di consumo a livello nazionale e l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili all’interno del territorio nazionale può solo ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti dall’estero, che sono quelli che in questo momento stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese.
Sinergia: Ognuno dovrebbe fare la Propria parte
Per quante risorse possa stanziare il Governo, dobbiamo ricordare che quei soldi verranno tolti da altre voci del bilancio dello stato, quindi corrisponderanno a meno servizi o meno investimenti su qualche altro fronte. Inoltre, come abbiamo visto, buona parte di questi soldi andranno semplicemente a remunerare i produttori di gas e luce stranieri, impoverendo ulteriormente le casse nazionali.
Invocare, quindi, solo l’aiuto del governo e sperare che esso stanzi maggiori fondi potrebbe, quindi, non essere sufficiente, ma potrebbe essere importante (e fondamentale) un approccio attivo di cittadini e imprese, per affrontare con un fronte comune i rincari sulle bollette.
Consumare meno e spendere meno per ciò che si consuma
Può sembrare banale, ma il primo modo per spendere meno è quello di consumare meno. Spesso, consumare meno non vuol dire rinunciare a qualcosa, ma semplicemente consumare meglio e in maniera più intelligente.
Ogni cittadino può consumare meno:
- riducendo gli sprechi di energia e gas, adottando comportamenti più virtuosi
- rendendo la casa più efficiente, effettuando l’isolamento termico dell’edificio e installando impianti di riscaldamento più efficienti, come la caldaia a condensazione che consente di ridurre fino al 30% i consumi di gas o la pompa di calore che consente di eliminare completamente la fornitura di gas
- investendo nell’autoproduzione di energia elettrica, mediante l’installazione di impianti fotovoltaici domestici in grado di produrre l’energia necessaria al consumo familiare o aziendale
Lo stato è accanto ai cittadini che vogliono investire in efficienza e rinnovabili, per cui vengono garantiti finanziamenti e incentivi fiscali a chi investe in efficienza e rinnovabili.
Infine, oltre a ridurre i consumi, è importante provare a ridurre il prezzo dell’energia e del gas metano che si acquista dalla rete. Il mercato libero è, di fatto, l’unica soluzione per agire sul costo al kWh e al metro cubo, per cui per risparmiare sulle bollette bisogna affidarsi al mercato libero, orientandosi però su tariffe davvero convenienti e possibilmente a prezzo fisso e bloccato per 12 mesi, che possa garantire tranquillità per un periodo non troppo breve. Ad esempio, i cittadini che sono passati un anno fa al mercato libero, scegliendo una tariffa luce o gas a prezzo fisso, non hanno subito alcun rincaro e stanno addirittura risparmiando rispetto al passato, visto che le componenti fisse in bolletta (oneri di sistema e IVA) sono state ridotte dal Governo per tutti i consumatori, siano essi nel mercato tutelato che in quello libero.
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Laureato in Economia alla Bocconi, è tra i fondatori di Abbassalebollette. Esperto del mercato dell’energia e della green economy, approda in Abbassalebollette.it dopo una ventennale esperienza nel marketing delle principali utility italiane.
Sommario:
- 1 Annunciato ormai da giorni un provvedimento per limitare gli effetti del caro energia e gas: cosa possiamo aspettarci?
- 2 Cosa può fare il Governo: gli Interventi per le Aziende
- 3 Cosa può fare il Governo: gli interventi per i Privati
- 4 Cosa NON potrà fare il Governo
- 5 La Transizione Ecologica: amica o nemica?
- 6 Sinergia: Ognuno dovrebbe fare la Propria parte
- 7 Consumare meno e spendere meno per ciò che si consuma
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2 Commenti su “Caro Bollette: cosa può (e cosa non può) fare il Governo?”
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16 febbraio 2022 alle 10:51
Altra questione per gli incentivi alla transizione energetica la spiego in poche parole per quanto riguarda la mia situazione.
Impianto fotovoltaico 4.88kwp. pagato 50% e prezzo finale 3600 euro
levando la garanzia sull’installazione, la più breve tra i 2 e i 5 anni, la garanzia sui componenti che va da 2 ai 10 anni, la base della garanzia della produzione dei pannelli è 25anni con produzione all’80%. Quindi ho una sorta di garanzia di poter produrre ancora una discreta quantità oltre la garanzia ma il mio ammortamento arriva almeno a 25 anni (alcuni produttori di pannelli arrivano anche a 30).
Il mio autoconsumo con molto programma di gestione domestica è 40% e il restante 60% è prelevato dalla rete.
Il 60% corrisponde a circa 3300kw anno con una spesa grazie alla mia attuale tariffa di circa 530euro/anno.
Vorrei installare una batteria di accumulo e in base al mio consumo “notturno” servirebbe almeno da 10kw. Il calcolo del consumo notturno si attesa a minimo 4.5kw (acquario tropicale, illuminazione giardino, 2 frigoriferi, illuminazione porta ingresso e cancelletto, vari standby di modem, antifurto, elettrodomestici).
Il prezzo medio è di circa 1000 euro a kw/h e poco più. salvo aumenti. Con gli incentivi attuali e sconto del 50% la tariffa più bassa ricevuta per accumulo è poco inferiore ai 5200 euro. La garanzia di una batteria è 10 anni o diverse migliaia di cicli di scarica. ipotizzando i 10 anni ed il costo “scontato” della batteria, facendo un calcolo semplice avrei una spesa di 520 euro all’anno contro i 530 anno, quindi anticipo 5200 euro per risparmiarne circa 10? ha un senso oltre al discorso “ambientale”. Spesso viene proposto un finanziamento per l’intervento e con gli interessi praticamente vado a spendere di più che continuare un autoconsumo senza batteria. Ma la verifica di costi benefici viene fatta dagli utenti finali? non credo. Lo stato se vuole incentivare l’installazione dovrebbe attivare finanziamenti ad interessi zero e magari remunerare con importi maggiori il minor impatto di co2 grazie all’intervento e rendere appetibile la spesa.
Esempio: costo 5200 scontato, finanziamento 10 anni tasso zero 520 euro anno quindi 43,3 euro mese, incentivo per il surplus di produzione che ora è irrisoria farla diventare una cifra fissa a kw e levare gli oneri di gestione del contratto gse e della gestione del contatore di produzione collegato all’impianto fv. se la cifra deve diventare remunerativa, essere pagato in modo tale di azzerare investimento intervento e prelievo dalla rete elettrica. In questo modo si aumenterebbe la produzione e l’autoconsumo diminuendo la quota di acquisto dall’estero e dalla produzione da centrali a carbone o gas.
16 febbraio 2022 alle 7:28
Buongiorno, credo che la mossa del governo per la riduzione dei prezzi innanzi tutto debba andare con una regola sulle imposte, una regola che determini un valore in percentuale fino ad una certa soglia di prezzo ed in caso di aumento dello stesso si fermi senza rincari. un po’ come l’iva.
Energia elettrica e Gas sono beni di prima necessità e pertanto dovrebbero avere sempre l’iva agevolata per tutti i consumi se sono domestici residenziale e con iva ridotta per domestici non residenti.
Anche per le aziende dovrebbe esserci una soglia di imposte legate al prezzo della componente energia.
Addirittura bisognerebbe avere degli scaglioni un po’ come per l’irpef fino ad una certa soglia non paghi niente solo tariffa e oneri di sistema, da x a y paghi una piccola quota e così a scalare ma con dei tetti massimi. In questo modo in caso di balzelli dell’energia e del gas lo stato non dovrà correggere niente in quanto avendo soglie massime ci sarà una quota che non avrà nessuna imposta.
Oppure fare un calcolo dell’iva in base ad un prezzo di mercato medio calmierato legato ai consumi e anche in questo caso se dovessero esserci aumenti l’incasso da parte dello stato avrebbe dei paletti.
Per le rinnovabili e incentivare la produzione interna basterebbe che: 1 si potesse mettere impianti fotovoltaici sui tetti dei condomini (per non utilizzare terreni agricoli) nessun calcolo di potenza, ma tutto quello che si può mettere si mette. L’incentivo al condominio sull’installazione dell’impianto è mettere una batteria di accumulo a copertura dei consumi fissi del condominio, luce scala, ascensore, luci box comuni, luci giardino, citofono. Tutta l’elettricità prodotta verrà messa in rete dal gse per ammortizzare le importazioni dall’estero e per ridurre le perdite di rete in quanto in loco verrà utilizzata subito l’elettricità prodotta dai pannelli.
Altro incentivo su tetti aziende agricole incentivo sempre alla copertura massima disponibile ed il surplus ceduto in rete con sgravi sull’azienda per la compensazione del co2. Anche per le villette a schiera o indipendenti, con l’installazione di un impianto dopo aver visto il necessario per l’autoconsumo si può procedere ad ampliare la superficie del fotovoltaico il massimo possibile e dividere l’impianto in due in modo che i pannelli aggiunti producano e immettano sempre in rete, il compenso per l’utilizzo del tetto da parte di gse al privato si potrebbe tramutare in corrispondenza di compensazione con le perdite di rete tra il consumato dalla rete ed il prodotto dall’impianto parallelo anche se consumato di notte. In questo modo si aumenterebbero le installazioni sui tetti e si aumenterebbe la capacità di produzione locale.