Italia prima in Europa per Inquinamento dell’Aria: la Colpa è di Ognuno di Noi
Probabilmente non tutti ne sono a conoscenza, ma l’inquinamento della nostra aria, in Italia, ha ormai raggiunto valori allarmanti. Ovviamente non ci riferiamo a tutte le zone, ma a quelle aree particolarmente soggette ad eventi inquinanti, come le grandi città e i complessi industriali.
In tanti dalla Pianura Padana sono già emigrati verso lidi più sani, proprio questa zona è stata infatti definita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come una delle aree più inquinate dell’intera Europa, roba da far venire i brividi se si pensa a quante persone abitano in questo vasto e famoso lembo di terra italiana!
La notizia che non fa poi tanto notizia.
Da un po’ di tempo rimbalzano sulle testate giornalistiche le informazioni relative all’inqualificabile situazione della nostra aria. L’OMS mette in guardia l’Europa e avvisa l’Italia, un monito a migliorare prima che sia troppo tardi. I dati parlano chiaro, più del 90% delle persone sull’intero globo terrestre respira aria esageratamente inquinata e probabilmente nemmeno ne è a conoscenza. Tanti Paesi europei hanno messo a punto da anni delle politiche tese a far fronte alla situazione, a partire dai Paesi Scandinavi che coraggiosamente portano avanti una cultura della lotta all’inquinamento, facendo partecipare in prima persona i cittadini e tentando di risolvere il problema alla radice.
Il principio da seguire: “Chi inquina paga!”
Attraverso la direttiva europea 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale si fa il punto sulle metodiche di prevenzione e riparazione del danno ambientale. Gran parte dei paesi europei, come detto, possiedono leggi mirate che si basano in particolar modo sulla cosiddetta “responsabilità civile”, che si riassume con: chi crea danno proceda all’indennizzo dovuto. Danni all’ambiente regolamentati tramite norme precise e dure nelle punizioni, presenti in Svezia, Norvegia, Germania, Austria, Finlandia, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Portogallo e Islanda, differenti certo, ma simili nei propositi e negli intenti.
L’Italia è regolamentata dalla legge n°349 dell’anno 1986 ed anche in questo caso si parla di responsabilità civile ed obbligo al risarcimento nel caso si rechi un danno all’ambiente.
Inquinamento dell’aria e salute della popolazione: cosa comporta?
Gli studi portati avanti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità non lasciano dubbi, sempre più persone si ammalano e muoiono in seguito alla reiterata introduzione di sostanze nocive all’interno del proprio organismo, sostanze che purtroppo fanno il loro ingresso nel nostro corpo tramite la semplice ed inevitabile respirazione. Milioni di individui uccisi da quelle minuscole particelle che galleggiano nell’aria, dal carbone ai solfati, passando per i nitrati, che colpiscono in particolar modo coloro che sono meno pronti dal punto di vista immunitario, ossia anziani, donne incinte e bambini.
Osservando le mappe costruite seguendo tali studi si può notare che è proprio lo Stivale a presentare la situazione più drammatica dell’intera Europa Occidentale, mentre altri Paesi, seppur non completamente fuori pericolo, presentano però delle “zone verdi”, oasi pulite che troviamo ad esempio in Spagna, Gran Bretagna, Francia e soprattutto Paesi Scandinavi.
Una delle zone maggiormente a rischio, come detto, è rappresentata dalla Pianura Padana, perennemente avvolta da una coltre di nebbia nociva, paragonabile alle situazioni di località lontane, come India e Cina.
All’interno di questo scenario apocalittico la situazione peggiora di giorno in giorno, l’inquinamento è diventato ormai una vera e propria emergenza sanitaria che, oltre a minare la salute della popolazione, inizia ad avere degli effetti anche sull’economia e sul turismo, tant’è che la maggior parte delle testate giornalistiche si è ben guardata dall’evidenziare la situazione, accennando ad un problema a carattere globale e niente più.
Questo ovviamente consente alla politica di rimanere silente, seppur consapevole, in quanto l’opinione pubblica, all’oscuro di tutto o quasi, non interviene per far sentire la propria voce, in un loop di silenzio che rischia di far aumentare vertiginosamente le morti dovute all’inquinamento.
Modalità di intervento.
Come si può intervenire per migliorare la situazione? Innanzitutto il Parlamento Europeo ha di recente votato al fine di imporre dei nuovi limiti al quantitativo dei maggiori inquinanti nell’atmosfera, con l’obbiettivo di riportarne i valori a quelli registrati nel 2005, il tutto entro l’anno 2030. Tra queste sostanze altamente nocive per la salute troviamo il biossido di zolfo, principale causa delle altamente nocive piogge acide, e particelle come i vari tipi di particolato, indicato con la sigla PM e con un numero attestante il loro diametro (ad esempio PM10 o PM2,5). Queste ultime costituiscono quel pulviscolo atmosferico causa principale di malattie cardiovascolari e soprattutto respiratorie.
La fonte primaria di tali sostanze è la combustione, parliamo perciò di molecole derivanti da biomassa e carbone, prodotte da centrali energetiche, industrie, trasporti, agricoltura, eliminazione dei rifiuti ma soprattutto dalle stesse famiglie.
Proprio così! Siamo noi in prima persona che, dinanzi ad una politica pigra e svogliata, dobbiamo preservare la nostra salute e quella dei nostri figli. Ed anche quando la politica dovesse essere attiva, noi possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione, un impegno in prima persona che può farci sentire meglio sia nello spirito che nel corpo.
Cittadini, abitazioni, incentivi ed inquinamento.
Attualmente in Italia sono attive tante iniziative rivolte al cittadino coscienzioso ed interessato al proprio benessere e a quello dei suoi cari. L’inquinamento ambientale infatti può essere contrastato già partendo dalla propria abitazione, andando ad eseguire dei lavori rivolti alla componente energetica della propria casa.
Gli interventi di efficientamento energetico sono infatti incentivati dallo Stato, tramite sistemi di finanziamento e agevolazioni fiscali, per la sostituzione di impianti di riscaldamento ormai superati e non in linea con le attuali norme in tema ambientale.
La vecchia caldaia a gas può ad esempio essere sostituita con un impianto a zero emissioni, costituito dall’allestimento combinato di fotovoltaico con accumulo e una pompa di calore, quest’ultima può essere geotermica o aria-acqua.
Tali incentivi e agevolazioni statali sono in ultima analisi: il nuovo Conto Termico 2.0, l’ecobonus e i bonus ristrutturazioni.
Il Conto Termico 2.0 prevede agevolazioni con rimborso sul conto per chiunque decida di effettuare dei lavori per l’efficientamento energetico, rivolto sia ai privati che alla PA, con percentuali di rimborso che vanno dal 40 al 65% nella maggior parte dei casi. Le domande possono essere presentate sia da parte di coloro che hanno già terminato i lavori, con richiesta al GSE che non deve arrivare oltre i 60 giorni dal termine dei suddetti, ma anche da coloro che tali lavori intendono effettuarli, quindi attraverso una “prenotazione”.
Si stanno diffondendo inoltre sempre di più le cosiddette case passive, ottima soluzione per coloro che decidono di non essere più dipendenti dai classici gestori energetici, con un’abitazione strutturata in modo da essere completamente (o quasi) autonoma dal punto di vista energetico.
Il cittadino responsabile può perciò scegliere all’interno di un ampio ventaglio di soluzioni, risparmiando, migliorando la propria situazione in ambito domestico ma soprattutto dando una concreta mano all’ambiente.
Sempre nuove tecnologie vengono messe a punto, le fonti rinnovabili non sono più un sogno e l’obbiettivo è per tutti il medesimo: riuscire nel giro di pochi anni a trasformare le città in organismi autonomi dal punto di vista energetico, cercando di diminuire drasticamente la quota di emissioni nocive e migliorando di fatto la salute dell’intera popolazione mondiale. L’importante è che ognuno faccia la sua parte!
Fonte: OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
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