Rinnovabili in Europa: i paesi virtuosi e la situazione italiana

Rinnovabili in Europa: i paesi virtuosi e la situazione italiana

Fonti rinnovabili in Europa le classifiche dei paesi più Energy Green

L’utilizzo di fonti rinnovabili fa calare in maniera importante quello del carbone, l’Europa sta dimostrando che questo è il modo più rapido e veloce per diminuire le emissioni di CO2, che dal 2012 sono scese del 5%.

Che l’Europa abbia sempre avuto un occhio di riguardo alle politiche che incentivano le energie rinnovabili non è certo un segreto. Sdoganarsi dalle importazioni e abbassare i costi provenienti dall’energia è sempre stato uno dei suoi obiettivi, dal momento della sua costituzione ai tempi del trattato di Maastricht. E tanto è stato fatto in questo senso, anche se ancora non ci si può dire completamente soddisfatti. Gli ultimi dati mostrano che lo sviluppo di fonti energetiche pulite non è omogeneo in tutto il territorio europeo. Ciononostante l’obiettivo prefissato per il 2020, che porta al 20% le fonti rinnovabili utilizzate, sembra ancora essere alla portata di un’Europa, che si sta impegnando sempre di più in questo settore. I dati del 2017 fornitici dall’Eurostat, l’Istituto di statistica dell’Unione Europea, ci riportano un confortante 17,5 % di rinnovabili utilizzate sui consumi finali di energia, una cifra che fa ben sperare per il futuro, soprattutto se confrontata con quelle degli anni passati.

Sulla scia di questi dati tanto positivi, è stato stipulato un accordo provvisorio, raggiunto tra i rappresentanti dell’Europarlamento e del consiglio Europeo, in cui si asserisce che le rinnovabili dovranno coprire il 32% dei consumi finali di energia. Il tempo a disposizione per portare avanti questo piano è il decennio che va dal 2021-2030. In questo i privati cittadini avranno un ruolo sempre maggiore e verranno stimolati tramite incentivi e fondi. Questo documento contiene al suo interno una clausola di revisione per alzare la quota nel 2023, vista la necessità sempre più impellente di ridurre notevolmente le emissioni di CO2, il che fa ben sperare, che le politiche europee si attiveranno ancora più intensamente su questo punto.

 

I paesi più virtuosi per l’utilizzo di rinnovabili

I paesi più virtuosi, facile immaginarlo, si trovano nel Nord Europa. Questo per la loro propensione al consumo consapevole, la loro forte attenzione all’impatto ambientale e un po’ anche perché sono facilitati dal territorio e dalla densità della popolazione. In particolare il primato spetta alla Svezia, che ha staccato di parecchio tutti gli altri, andando oltre il 50% di utilizzo di rinnovabili sui consumi totali. In poche parole, più della metà dell’energia utilizzata in Svezia viene prodotta in maniera pulita. La principale fonte di produzione avviene per lo più attraverso lo sfruttamento dell’acqua, che produce energia idroelettrica. Ma non solo il primato della Svezia è da ricercare anche nell’utilizzo di fonti di riscaldamento alternative, come le biomasse. Da qualche anno la politica della Svezia è molto chiara sotto questo punto di vista. Gli investimenti per aumentare la produzione proveniente da fonti rinnovabili sono sempre più alti e i risultati si vedono, in un Paese che vuol abbandonare completamente l’utilizzo di carbone dal 2020.

Ma anche Finlandia, Lettonia, Danimarca e Austria stanno facendo passi da gigante e le loro quote si aggirano attorno al 30-40% di utilizzo di rinnovabile sul consumo. La Danimarca è sicuramente la patria dell’eolico, si stima in media che in un solo giorno di vento riesca a produrre il 140% del suo fabbisogno giornaliero, riuscendo a vendere il surplus ai paesi confinanti. La Finlandia, considerato uno dei Paesi più ecosostenibili d’Europa, ha dichiarato guerra all’uso di carbone, petrolio e combustibili fossili, prevedendo la loro completa eliminazione entro il 2030. Il suo piano d’azione è quello di istituire un bando di gara, a cui si potrà partecipare da tutto il mondo, per la selezione di progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. In questo modo apre, di fatto, il mercato alla concorrenza anche estera. Ma non solo, la Finlandia ha
instaurato un sistema di premi per chi utilizza impianti completamente verdi, incentivando in questo modo l’utilizzo di energia pulita. L’Austria è invece il fiore all’occhiello per la produzione di energia elettrica rinnovabile, la cui quota arriva al 70% e la fonte primaria di produzione è l’energia idraulica. Merito anche qui di una politica basata sullo stanziamento di importanti incentivi per la produzione di fonti eco sostenibili, che ha fatto di questo Paese un modello da prendere ad esempio.

 

Il resto d’Europa sulle fonti energetiche green

Sono tanti comunque i Paesi che hanno già raggiunto la loro quota prevista per il 2020 con grande anticipo. Ogni Nazione, infatti, ha un suo obiettivo da raggiungere, calcolato in base a diversi fattori, come ad esempio il tasso di crescita economica o il potenziale derivante dalle fonti energetiche green. Tra questi Paesi risulta essere anche l’Italia, di cui parleremo nello specifico più avanti, ma anche Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Lituania, Romania, Estonia, Ungheria. Fanalini di coda di questa tornata, che faticano a raggiungere il target e sono rimasti indietro rispetto agli altri sono la Francia e i Paesi Bassi. Ma vanno male anche nazioni come la Germania, l’Irlanda e la Gran Bretagna. Insomma, quello dell’Europa sembrerebbe per il momento essere un impegno un po’ a metà.

 

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E l’Italia sulle energie rinnovabili?

L’Italia, come abbiamo visto, in questa particolare classifica europea si piazza abbastanza bene e ha già raggiunto il suo obiettivo per il 2020, con una crescita del 18,3%, superiore a quella del 17% assegnata dalla Direttiva 2009/28/CE per il 2020.

Anche le rinnovabili sono cresciute e sono arrivate al 35% della produzione elettrica.

L’energia solare è quella che nel 2017 ha fatto registrare la crescita più importante. Il Paese del sole conferma il suo sviluppo in questo settore, aiutato anche dal clima favorevole, che negli ultimi anni ha registrato temperature ben più miti del normale, e dagli incentivi che stimolano la nascita di nuovi impianti di energie rinnovabili. Nonostante la posizione attuale dell’Italia, c’è chi pensa, però, che si sia ancora strutturalmente molto lontani per raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2030. Le critiche arrivano soprattutto per i pochi investimenti alle infrastrutture. La sfida è aperta e a breve ci sarà un altro obiettivo da spuntare, che riguarderà l’eliminazione della produzione di energia dal carbone, prevista in Italia per il 2025. Staremo a vedere.