Fotovoltacchio: ecco perché l’apertura di Roma può costituire un precedente importante

Fotovoltacchio: ecco perché l’apertura di Roma può costituire un precedente importante

Un albero di Natale “Fotovoltaico” potrebbe aiutare a sdoganare il solare nei Centri Storici

L’albero di Natale di Roma, installato come da tradizione in Piazza Venezia, continua a far parlare di sé anche quest’anno, ma finalmente in un modo serio e importante. Se negli anni passati l’abete è stato ripetutamente battezzato “spelacchio” (con chiari riferimenti al suo aspetto poco florido), l’abete di quest’anno è stato soprannominato “Fotovoltacchio”: come mai? Banalmente perché l’amministrazione comunale ha deciso di installare un impianto fotovoltaico con accumulo per alimentare l’impianto di illuminazione dell’albero, e non solo.

L’impianto installato, infatti, è in grado di alimentare anche l’illuminazione di Via del Corso e, durante le ore diurne, è in grado di immettere in rete corrente utilizzabile dai contatori collegati alla stessa cabina, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2.

Il casus belli: Pannelli Solari nel Centro Storico

Come molti italiani sapranno, l’installazione di un impianto fotovoltaico in un qualunque centro storico italiano incontra quasi sempre l’ostacolo della Soprintendenza ai beni culturali, che fino a qualche tempo fa adduceva motivazioni relative alla tutela ambientale e paesaggistica per vietarne l’installazione.

Questa installazione, a pochissimi metri dal famosissimo Altare della Patria, affacciata sulla Via dei Fori Imperiali e praticamente visibile anche dal Colosseo, ha fatto molto scalpore proprio per questo motivo, raccogliendo il parere negativo anche di personaggi molto famosi come Vittorio Sgarbi, che si è aspramente scagliato contro questa scelta.

Per quanto l’installazione in oggetto sia temporanea e non permanente, giustificata dall’eccezionale rincaro energetico, noi riteniamo che possa essere un segnale estremamente positivo nell’ottica di garantire il diritto di tutti i cittadini ad autoprodurre, in parte o in toto, l’energia elettrica di cui hanno bisogno per i propri consumi familiari.

La tutela del patrimonio architettonico deve inevitabilmente fare i conti con il progresso tecnologico, tenendo anche presente le esigenze di maggiore autosufficienza energetica della nazione e della povertà energetica dilagante, soprattutto nei piccoli centri e nei relativi centri storici.

Fotovoltaico in Centro: il Vaticano ha fatto da apripista!

Fotovoltacchio, tuttavia, non è il primo esempio di fotovoltaico nel cuore di Roma. Da alcuni anni, infatti, su proposta di Benedetto XVi e sulla spinta ecologista promossa da Papa Francesco, l’intero tetto dell’Auditorium Paolo IV in Vaticano è ricoperto di pannelli solari. Nello specifico, sono stati installati 5.000 metri quadrati di moduli fotovoltaici, per un totale di 221 kW di potenza di picco.

Lo Stato Vaticano, ovviamente, ha una sua legislazione e non deve rispettare le prescrizioni dello Stato Italiano, ma questa installazione ha fatto ampiamente storcere il naso a tutti i romani che hanno visto bocciate le loro richieste di autorizzazione all’installazione dei pannelli solari.

Ecco perché Fotovoltacchio può essere un primo caso su “suolo italiano” che contribuisca davvero a smuovere la situazione.

 

Nuove regole per i Pannelli Solari nei Centri Storici

La recente crisi energetica sta contribuendo in maniera importante a combattere i preconcetti sull’installazione di pannelli fotovoltaici anche nei centri storici.

Il Governo Draghi, infatti, è intervenuto nel 2022 con misure di semplificazione, contenute tra le misure del cosiddetto Decreto Energia, che hanno ridotto gli adempimenti e rimosso alcuni ostacoli normativi.

Chiariamo subito che, comunque, per poter installare un impianto fotovoltaico (anche di tipologia Plug&Play) in un centro storico sarà sempre necessario ottenere preventivamente l’approvazione paesaggistica della Soprintendenza, ma questa non potrà più negare il consenso all’impianto a meno che non individui seri motivi di incompatibilità. In breve, basta che l’edificio stesso non sia oggetto di vincoli in maniera espressa dal Ministero dei Beni Culturali.

E’ saltata, infatti, la limitazione contenuta nel vecchio testo del comma 5 (dell’art. 7-bis del dlgs 28/2011), che prevedeva l’autorizzazione in caso di intervento sui tetti di tutti i centri storici (art. 136, comma 1, lett. b) del dlgs 42/2004), che rimane solo per gli edifici dei centri storici oggetto di vincoli ministeriali (“individuati ai sensi degli articoli da 138 a 141”) che, come è noto, rappresentano solo una piccola parte dei centri storici dei comuni italiani.

 

Fotovoltaico sul Tetto o sul Balcone?

Fatta questa importante premessa, andiamo ora a fare alcune considerazioni più “pragmatiche” e concrete. Nella maggior parte dei centri storici le abitazioni sono datate e hanno tetti e solai in condizioni non idonee a sostenere il peso di un impianto fotovoltaico. In molti altri casi, le tegole e le coperture esistenti potrebbero danneggiarsi gravemente durante le procedure di installazione, nonostante tutte le precauzioni che possano essere prese dall’installatore.

Per queste ragioni, nella maggior parte dei casi, il tetto solare viene preso in considerazione in occasione del completo rifacimento del tetto, in modo da effettuare un unico intervento.

Chi, invece, non vuole correre rischi o effettuare interventi di installazione invasivi, ma vuole comunque godere del proprio diritto all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, può prendere in seria considerazione il fotovoltaico plug and play da balcone.

Come abbiamo visto in vari approfondimenti sull’argomento, un pannello solare plug and play necessita solo di una ringhiera o di una parete esterna, o anche solo di un balcone abbastanza ampio su cui appoggiare il pannello senza che vi siano ombreggiature. Collegando poi una spina ad una presa dell’impianto, si entra direttamente in produzione, senza altri interventi di installazione.

A tutti gli effetti, si tratta di una soluzione ideale per chi abita in un centro storico, che offre la possibilità di abbattere, secondo le nostre stime, fino al 25% della bolletta della luce di una famiglia media, con un investimento davvero contenuto, pari al costo di uno smartphone di fascia media.

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