Bollette: conviene il prezzo fisso o il variabile? Ecco la scomoda verità

Bollette: conviene il prezzo fisso o il variabile? Ecco la scomoda verità

Quanto costa un kWh con il prezzo fisso e quanto con il variabile? Quanto costa un metro cubo di gas metano?

Come tutti purtroppo sappiamo bene, perché lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle e sui nostri portafogli, il primo semestre del 2022 è stato caratterizzato da prezzi dell’energia che non si erano mai registrati in Europa.

 

I Rincari: di chi è davvero la colpa?

Come abbiamo a più riprese documentato nel corso dell’ultimo biennio, i prezzi del kWh e del metro cubo di gas metano hanno subito incrementi altissimi, seguiti da discese importanti delle quotazioni. Le principali motivazioni alla base dei rincari sono da ricercarsi nell’instabilità geopolitica sui mercati internazionali e dall’elevata dipendenza italiana ed europea dagli approvvigionamenti energetici stranieri (che si potrebbe facilmente ridurre con un massiccio ricorso alle rinnovabili).

Nonostante il malcontento diffuso, bisogna ricordare che il Governo è riuscito a ridurre gli effetti dei rincari andando a ridurre, e talvolta azzerare temporaneamente, gli oneri generali di sistema sulla luce e riducendo l’aliquota IVA sul gas, oltre ad aumentare stanziamenti e platea di beneficiari del bonus sociale, che oggi copre tutte le famiglie con ISEE inferiore a 15.000 euro (30.000 euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico).

I rincari, tuttavia, si sono fatti sentire ugualmente sulle bollette, soprattutto a causa della speculazione finanziaria sui prodotti energetici. Questa situazione, però, ha avuto il merito di risvegliare un po’ le istituzioni sul tema energia, portando tutti i governi europei a riconsiderare i meccanismi di vendita e scambio di risorse così preziose per la sicurezza nazionale.

Oltre ad agire, quindi, sui meccanismi con cui si formano i prezzi, tutti i governi si sono mossi per cercare nuove fonti di approvvigionamento e, soprattutto, per dare un nuovo impulso alla produzione di energia da fonti rinnovabili, allocando nuovi incentivi e cercando di semplificare le procedure autorizzative.

Vista l’estrema volatilità di alcuni indici all’ingrosso, come il Ttf di Amsterdam, o la scarsa trasparenza di alcuni indici “nostrani”, come il PSV, anche il GME è corso ai ripari, istituendo, a luglio 2023, il nuovo indice italiano per il gas metano: IGI Italian Gas Index, che punta a diventare il nuovo riferimento nei contratti al consumo per le tariffe a prezzo variabile e indicizzato.

 

Perché questa lunga premessa? Semplicemente per far capire che, allo stato attuale delle cose, lo scenario è molto instabile e occorre muoversi con destrezza per evitare nuovi rincari e approfittare delle offerte che si presentano nei momenti più propizi.

 

La scomoda verità

La diatriba tra prezzo fisso e prezzo variabile nei contratti luce e gas è sempre stata accesa e, in passato, le differenze, a fine anno, sono sempre state minime tra le due formule contrattuali. Anzi, fino a qualche mese fa, il prezzo fisso è riuscito a garantire quasi sempre maggiori risparmi sul lungo periodo, tutelando i clienti dalle oscillazioni stagionali dei prezzi.

Il problema è che tutti i ragionamenti fatti negli anni passati non possono essere paragonati alla situazione eccezionale che stiamo vivendo in questi mesi, per cui è importantissimo capire le dinamiche dei prezzi per poter risparmiare davvero.

IMPORTANTE: la situazione è così dinamica che, in base all’andamento sui mercati, potremmo suggerire prezzo fisso o prezzo variabile, perché appunto la convenienza cambia notevolmente in base all’andamento delle quotazioni all’ingrosso sui mercati. Se il mercato sale, conviene il prezzo fisso, se il mercato scende, conviene il variabile.

Lo scorso anno, quando il gas metano è passato dagli 80 euro al megawattora fino addirittura a 300 euro al MWh, tutti i fornitori del mercato libero hanno ritirato le tariffe a prezzo fisso perché rischiavano perdite enormi e hanno messo in campo tariffe con prezzi indicizzati. Con queste tariffe i fornitori riducono i guadagni, ma evitano le perdite.

Quest’anno che le quotazioni di mercato sono state in discesa per molti mesi, il ragionamento si ribalta completamente. Con lo scoppio di un nuovo conflitto in Medio Oriente e venti di guerra che soffiano attorno a tutti i paesi produttori di Gas e Petrolio, i mercati energetici sono tornati a far registrare quotazioni in aumento.

Se, dunque, guardiamo allo scorso anno, c’è il concreto rischio che le quotazioni riprendano la loro corsa verso l’alto e che i fornitori vadano a ritirare le offerte a prezzo fisso dai loro listini. Occorre dunque essere scaltri e cercare di bloccare le quotazioni basse di questo periodo prima che sia troppo tardi.

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Ecco perché oggi conviene scegliere il prezzo fisso

In uno scenario come quello attuale, il prezzo fisso offre le maggiori garanzie di tranquillità e di risparmio in caso di aumento smisurato delle quotazioni. Il risparmio, inoltre, è notevolmente maggiore anche rispetto al Servizio Elettrico Nazionale e, più in generale, rispetto alla Maggior Tutela, che dopo l’ultimo aggiornamento al rialzo dei prezzi, vedrà sicuramente nuovi aumenti a doppia cifra anche nei prossimi trimestri.

Sul mercato libero, invece, si possono sottoscrivere prezzi fissi e bloccati per almeno 12 mesi, che mettono al riparo dagli umori del mercato e offrono tranquillità e risparmio per almeno 12 mesi.

 

In base a quanto spiegato all’inizio dell’articolo, quindi, i prezzi continueranno a salire nei mesi a venire, per cui sottoscrivere una tariffa a prezzo fisso che protegga dagli aumenti di prezzo è, di sicuro, la scelta migliore per chi vuole risparmiare in bolletta.

 

Quali tariffe luce e gas scegliere?

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Ogni utenza ha la sua esigenza, per cui dedicare qualche minuto ad analizzare i consumi con un esperto può davvero fare la differenza nell’individuare la tariffa migliore che consenta di risparmiare centinaia di euro ogni anno sulle bollette.

 

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