Decreto energia e taglio dei prezzi al 40%: facciamo chiarezza

Decreto energia e taglio dei prezzi al 40%: facciamo chiarezza

Andiamo oltre il click-bait per capire come stanno realmente le cose

Pochi giorni fa è stata definitivamente approvata in Senato la conversione in legge del Decreto legislativo 17/2022 contenente misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia e il rilancio delle politiche industriali, meglio conosciuto come Decreto Bollette.

In fase di discussione alla camera, tuttavia, il decreto ha subito alcune modifiche e tra queste ce n’è una che ha creato grandi aspettative sul contenimento dei costi dell’energia.

 

Le modifiche previste dall’articolo 18-bis

Nello specifico, la misura che più ha fatto sperare gli italiani in un calo repentino dei prezzi dell’energia, oltre alle misure di incremento del bonus bollette e agli interventi sulle componenti in bolletta, è una modifica ad una legge del 1995 sulla determinazione delle tariffe di base da parte dell’ Autorità.

 

In breve, con l’articolo 18-bis, l’articolo 2, comma 12, lettera e), della legge 481 del 14 novembre 1995, precedentemente così strutturato:

 

stabilisce e aggiorna, in relazione all’andamento del mercato, la tariffa base, i parametri e gli altri elementi di riferimento per determinare le tariffe

 

diventa

 

stabilisce e aggiorna, in relazione all’andamento del mercato e del reale costo di approvvigionamento della materia prima, la tariffa base, i parametri e gli altri elementi di riferimento per determinare le tariffe

 

L’Autorità di regolazione ARERA, quindi, nella definizione trimestrale dei prezzi della luce e del gas metano per il mercato di maggior tutela (le tariffe “base”), potrà andare oltre gli indici di mercato e potrà richiedere agli importatori un resoconto dei prezzi reali di acquisto, soprattutto per quanto riguarda il gas naturale, in modo da stabilire le tariffe tenendo conto delle distorsioni create dalle speculazioni finanziarie sui mercati delle features.

Questa misura farà davvero scendere i prezzi del Gas del 40%?

Secondo le parole del ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani, i prezzi reali del gas sono ben distanti dai costi registrati in questi ultimi mesi sulla borsa di Amsterdam. Negli ultimi anni, sempre secondo le parole del ministro, i prezzi reali e quelli di mercato sono andati sempre di pari passo, salvo esplodere in una bolla speculativa con lo scoppio delle tensioni tra Russia e Ucraina.

 

Come funziona il mercato del Gas naturale?

Per capire meglio gli effetti di questa misura, dobbiamo fare alcuni chiarimenti sul funzionamento del mercato del gas.

Sul mercato esistono:

  • aziende di estrazione (poche in Italia), che pagano delle fee allo stato per l’estrazione dal sottosuolo
  • aziende importatrici, che acquistano il gas dall’estero e lo rivendono alle società di vendita
  • trader, ovvero broker che acquistano sui mercati all’ingrosso e rivendono alle società di vendita, guadagnandoci
  • società di vendita, ovvero i fornitori che poi rivendono il gas ai clienti finali, che acquistano dalle aziende importatrici e dai trader ai prezzi di mercato

 

 In pratica, le società di vendita (i fornitori sul mercato libero e tutelato) non producono né acquistano direttamente il gas dall’estero, ma lo rivendono dopo averlo acquistato da altri soggetti, offrendo poi i servizi di bollettazione, gestione dei clienti, riscossione, marketing.

 

Le finalità della Legge

L’obiettivo di questa norma, a quanto pare, è quello di andare a limitare i fenomeni speculativi che possono frapporsi tra gli importatori e le società di vendita e che, inevitabilmente, ricadono direttamente su cittadini e imprese.

In breve, si punta a svincolare le società di vendita dagli acquisti sulle principali borse internazionali, come quella di Amsterdam (alla quale è legato l’indice TTF, il principale valore di riferimento a livello europeo per i prezzi del gas), spingendo verso una diversa forma di contrattazione con gli importatori o, magari, all’adozione degli indici nazionali della borsa del gas per l’acquisto e la contrattazione delle forniture di gas.

Di fatto, non riuscendo ad imporre un tetto al prezzo del gas a livello europeo, si punta a cercare di calmierare degli stessi vincolandoli maggiormente alla legge di domanda/offerta reale piuttosto che ai fenomeni speculativi

 

Ma quanto si potrà risparmiare?

La stima del 40% di risparmio sembra essere molto ottimistica. Tale valore è stato calcolato tenendo conto della differenza tra i prezzi medi ai distributori e quelli di mercato negli ultimi mesi. Tuttavia bisogna sottolineare che l’ARERA, con la nuova riforma, non dovrà applicare direttamente il prezzo degli importatori, ma potrà semplicemente tenerne conto nel determinare le tariffe della maggior tutela e, ovviamente, dovrà continuare a tenere conto anche degli andamenti dei prezzi di mercato.

Il risparmio reale che si potrà ottenere, quindi, sarà inferiore.

 

Risparmieranno solo i clienti in Maggior Tutela?

Ovviamente no. Anzi, l’introduzione della nuova norma sta già avendo effetti calmieranti dei prezzi e a beneficiarne saranno soprattutto i clienti del mercato libero, dove le dinamiche del prezzo determinano la sopravvivenza degli operatori. Le società di vendita, infatti, saranno le prime a beneficiare di questa stretta sugli speculatori, riuscendo ad offrire, come sempre, prezzi più competitivi di quelli che vengono offerti dalla maggior tutela.

Per beneficiare del calo dei prezzi, inoltre, suggeriamo di sottoscrivere delle tariffe a prezzo variabile in questo periodo, in modo da vedere il prezzo della materia prima decrescere immediatamente con il calo delle quotazioni.

Ricordiamo che, mentre nel mercato tutelato i prezzi vengono aggiornati su base trimestrale, nel mercato libero le tariffe variabili e indicizzate aggiornano il prezzo su base mensile, consentendo una più rapida discesa delle bollette appena le quotazioni scendono.

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