Blocco della Cessione del Credito: cosa conviene fare?

Blocco della Cessione del Credito: cosa conviene fare?

Ecco gli scenari per chi vuole ristrutturare o efficientare la casa con i Bonus Statali

Il meccanismo di Cessione del Credito d’Imposta, introdotto nel 2020 a seguito dell’approvazione del Superbonus 110%, è stato certamente il più importante acceleratore di interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica mai visto in Italia, ma si è portato portato dietro varie criticità, già da tempo affrontate dai vari governi. A seguito del volume smisurato di frodi perpetrate ai danni dello Stato e alla luce di un sostanzioso incremento generalizzato nei settori dell’edilizia ed efficienza energetica, il Governo Draghi aveva già introdotto delle prime limitazioni, attraverso il cosiddetto Decreto Antifrodi.

A porre la parola fine sul meccanismo della Cessione del Credito, tuttavia, è arrivato il decreto legge n.11 del 16 febbraio 2023, entrato in vigore il 17/02/2023, che decreta lo stop delle cessioni non solo per i crediti d’imposta relativi al Superbonus, ma per tutti gli incentivi statali relativi all’edilizia, quindi: superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, bonus facciate, sismabonus, barriere architettoniche ed elettrodomestici.

La fine dello Sconto in Fattura

La cessione del credito era il meccanismo burocratico che dava il via al cosiddetto “sconto in fattura”, ovvero alla possibilità, per il fornitore di materiali e/o prestazioni, di applicare uno sconto sul preventivo in cambio del Credito d’Imposta maturato dal contribuente.

Senza Cessione del Credito, cessa di esistere lo Sconto in Fattura. Addio quindi alle roboanti promozioni offerte soprattutto dalle grandi aziende e dalla GDO, si torna semplicemente alla situazione antecedente all’introduzione della Cessione del Credito: ogni contribuente potrà portare in detrazione il credito d’imposta in sede di dichiarazione IRPEF, suddividendo tale credito in quote di pari importo, in base al numero di anni previsti dall’incentivo per il quale si fa richiesta.

Ma andando oltre i proclami, si tratta di una buona o di una cattiva notizia? Andiamo ad approfondire meglio la questione.

I Crediti “Incagliati”

Per chi ha già effettuato i lavori o chi ha già presentato le documentazioni richieste dalla legge e si è visto rifiutare la Cessione del Credito, probabilmente il Governo studierà delle misure che vadano a porre rimedio almeno alle situazioni più complesse, per tutelare i cittadini più vulnerabili. Essendo una situazione ancora in corso di evoluzione, non approfondiremo i possibili scenari di questi casi, ma ci concentreremo sul futuro dei bonus edilizi per il resto della popolazione.

 

Conviene ancora ristrutturare senza la Cessione del Credito?

Per chi deve effettuare lavori di ristrutturazione o di riqualificazione energetica nella propria abitazione, anche solo la sostituzione della caldaia o del climatizzatore, gli scenari cambiano, ma non necessariamente in peggio.

 

Lo Sconto in Fattura era davvero la soluzione più conveniente?

Da tempo abbiamo affrontato l’argomento e da tempo spieghiamo che la pratica dello Sconto in Fattura non sempre era la scelta migliore. Soprattutto per impianti di piccole dimensioni, la cessione del credito aveva due grossi svantaggi:

  • aumento dei costi per l’installatore, che doveva subire dei costi ulteriori per le pratiche burocratiche, oltre al costo vivo del riscatto del denaro presso la banca
  • azzeramento della contrattazione tra le parti

e tra l’altro questo sistema non si è tradotto in maggiori introiti per gli installatori, in quanto materiali e apparecchiature hanno visto un’impennata notevole dei prezzi all’ingrosso.

In breve, questo sistema ha gonfiato solo i costi lungo la catena, riducendo i benefici per il cliente finale. Per questo, già in tempi non sospetti, noi abbiamo sempre suggerito, per la sostituzione delle caldaia o del climatizzatore, di evitare il ricorso allo sconto in fattura, prediligendo la negoziazione tradizionale con l’installatore per procedere poi alla detrazione fiscale nella sua forma “tradizionale”, portando in detrazione il credito d’imposta nella dichiarazione dei redditi.

Per fare un esempio più chiaro, se un installatore effettuava un preventivo di 2.000 euro per la sostituzione della caldaia, ricorrendo all’Ecobonus del 50% (facciamo questo esempio per semplificare i calcoli), per poter offrire lo sconto in fattura del 50% avrebbe dovuto sobbarcarsi di circa 250 euro per la gestione della pratica di asseverazione e di circa 200 euro per l’ulteriore cessione in banca, per riscattare il credito. In breve, l’installatore, a fronte di 1.000 euro di credito ricevuto dal cliente, ne avrebbe incassato, netto, poco più della metà. Per questo avrebbe dovuto ricaricare il preventivo iniziale per non rimetterci. Il cliente finale, quindi, si ritrova mediamente a pagare 1.500 euro con lo sconto in fattura, per i motivi appena esposti.

Se, invece, lo stesso cliente non fa alcuna cessione del credito, paga subito 2.000 euro all’installatore, e poi porta in detrazione 100 euro all’anno nella propria dichiarazione dei redditi. Al termine dei 10 anni avrà speso solo 1.000 euro, ottenendo il massimo risparmio.

 

I Bonus Statali Convengono Comunque

Per chi deve comunque ristrutturare casa o cambiare la caldaia o vuole investire in un nuovo impianto di produzione di energia rinnovabile, gli incentivi statali continuano ad essere un valido supporto, perché consentono, anche se su un periodo di tempo più lungo, di abbattere notevolmente il costo totale dell’intervento.

Riqualificare = Investire nel Risparmio

Ricordiamo che una nuova caldaia o un impianto fotovoltaico già consentono di ripagarsi da soli nel giro di pochi anni, grazie ai risparmi sulle bollette di luce e gas. Per questo motivo, l’intervento di riqualificazione torna ad essere visto come un vero e proprio investimento.

Negli ultimi mesi, infatti, la crisi energetica ha mostrato chiaramente che chi ha investito soldi nelle rinnovabili ad uso domestico o ha investito in riqualificazione energetica è stato meno intaccato dalle bollette pazze, riuscendo a garantire maggiore serenità economica alla propria famiglia.

Il ricorso al finanziamento bancario per investire sull’efficientamento della casa, quindi, torna ad essere la principale opzione praticabile per i cittadini.

 

Prezzi finalmente in Discesa

Uno dei principali effetti auspicati da questa decisione del Governo dovrebbe essere un calo generalizzato dei prezzi. Probabilmente non ci sarà un ritorno ai prezzi ante-superbonus, ma è lecito attendersi una graduale discesa dei prezzi, che sarà tanto più accentuata dal ritorno, come anticipato, alla negoziazione dei preventivi tra ditte e cittadini.

Il consiglio finale, quindi, per chi vuole investire in efficienza e in rinnovabili, è quello di richiedere più preventivi, negoziare le migliori condizioni e ricorrere comunque ai Bonus Statali, ma portandoli in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi.

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