Impianto Fotovoltaico con Accumulo: Quanto Conviene?

Impianto Fotovoltaico con Accumulo: Quanto Conviene?

Usare le Batterie di Accumulo conviene?

Fino a una decina di anni fa, gli incentivi statali per l’installazione di un impianto fotovoltaico favorivano la vendita di energia in rete, ovvero il GSE (gestore dei servizi energetici) pagava un corrispettivo molto elevato per l’energia green prodotta e immessa nella rete elettrica.

Con il passare degli anni ci sono state varie revisioni al primo meccanismo di incentivazione, chiamato Conto Energia, fino alla graduale eliminazione di questo sistema e all’introduzione di due meccanismi per la retribuzione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili (e non si parla più di incentivi ma di corrispettivo per la vendita):

  • lo Scambio sul Posto SSP
  • il Ritiro Dedicato

L’elettricità autoprodotta e non autoconsumata, dunque, non va persa e viene regolarmente retribuita. Perché quindi ci si pone il problema se è meglio venderla o accumularla? E, in definitiva, conviene o no installare una batteria?

Nell’articolo andremo a fare una serie di considerazioni preliminari e alcuni esempi pratici che possano aiutarci a comprendere meglio l’argomento, superando i luoghi comuni e mettendo in chiaro concetti che troppo spesso sono fumosi o che non vengono ben spiegati quando si vuole installare un impianto.

 

Compri al Lordo, Vendi al Netto

Quando ci si approccia alle valutazioni di convenienza della batteria di accumulo, il primo paragone che viene fatto è con la principale alternativa alla batteria, ovvero lo Scambio sul Posto. Per le utenze domestiche e commerciali, infatti, il meccanismo di retribuzione più utilizzato è proprio lo Scambio sul Posto (mentre il Ritiro Dedicato viene solitamente scelto per impianti finalizzati solo alla produzione e vendita in rete), che, secondo quanto dichiarato anche dall’ENEA, punta ad essere una sorta di “batteria virtuale” che consente di recuperare il costo dell’energia elettrica non autoconsumata ad un prezzo abbastanza vantaggioso.

Facciamo un esempio concreto, con delle semplificazioni per rendere più chiaro il concetto. Ipotizziamo un impianto domestico di 6 kWp, installato in una regione del centro Italia, che abbia dunque una produzione media di circa 7.800 kWh annui. La famiglia che ha installato l’impianto consuma solo 5.000 kWh annui e potrebbe avere la seguente situazione:

  • 2.500 kWh autoconsumati durante le ore di sole
  • 2.500 kWh acquistati dalla rete (durante la notte)
  • 5.300 kWh ceduti in rete e non autoconsumati direttamente (la differenza tra 7.800 kWh prodotti e 2.500 kWh autoconsumati)

 

Quanto paga il GSE la corrente in SSP?

Il GSE, al termine di ogni anno, effettua un calcolo tra energia immessa in rete ed energia prelevata dalla rete e retribuisce la differenza tra kWh ceduti e kWh acquistati ad un prezzo molto vicino a quello pagato dal cliente per acquistare la corrente di notte. Come abbiamo visto, infatti, l’obiettivo dello scambio sul posto è quello di cercare di equiparare l’energia acquistata a quella autoconsumata, utilizzando la rete elettrica nazionale come sistema di immagazzinaggio virtuale. Si cerca di rendere l’energia elettrica immessa in rete e poi successivamente ri-prelevata quasi identica all’energia prodotta e autoconsumata istantaneamente.

Il prezzo esatto a cui il GSE paga i kWh autoconsumati viene ottenuto da una formula non proprio lineare, che abbiamo spiegato meglio in questo approfondimento sullo Scambio Sul Posto.

In breve, 2.500 kWh dei 5.300 kWh immessi in rete verranno pagati quasi alla stessa tariffa di acquisto, mentre i kWh in eccesso oltre lo scambio sul posto, pari a 2.800 kWh, verranno pagati ad una tariffa zonale oraria molto più bassa, paragonabile a quella del ritiro dedicato, che va tuttavia riportata anche nella dichiarazione dei redditi, alla voce “Redditi Occasionali” ed è soggetta a tassazione IRPEF per i privati.

In pratica è come se i kWh acquistati durante la notte non fossero stati acquistati, o almeno così dovrebbe essere.

Tuttavia, se andiamo a togliere alcune semplificazioni, capiamo subito che:

  1. il conguaglio è annuale, per cui comunque in tutte le bollette bimestrali bisognerà sempre pagare quanto consumato di notte
  2. per ogni kWh acquistato non si paga solo la quota energia, ma ci sono tante altre componenti in bolletta che vanno ad incidere su quanto pagato, tra cui: spese di trasporto e gestione del contatore [quota energia], oneri di sistema [quota energia], accise e IVA, che complessivamente possono pesare fino al 40% di quanto speso

Fatta questa lunga premessa, dunque, diventa chiaro che la risposta alla domanda iniziale “Conviene installare una batteria di accumulo?” è: dipende.

Quando conviene un accumulatore?

La valutazione di convenienza è sempre soggettiva e dipende dal proprio profilo di consumi  e dalla percentuale di autoconsumo raggiungibile.

Infine, non si può non tenere conto della notevole riduzione dei costi di acquisto delle batterie di storage per fotovoltaico e dalla loro maggior efficienza derivante dal continuo progresso tecnologico nella loro progettazione e costruzione, che quindi rende più affrontabile la spesa per chi decide di installare insieme al fotovoltaico anche un accumulatore.

Per queste ragioni, il consiglio è quello di richiedere una consulenza gratuita per l’installazione di un fotovoltaico con accumulo, chiamandoci allo 06 90202514.

Prezzi e Incentivi

Una valutazione di convenienza, tuttavia, non può prescindere da un’analisi dei costi di installazione. Come abbiamo appena detto, i prezzi delle batterie di accumulo sono sicuramente in calo, soprattutto se parliamo di accumulatori al litio. Tuttavia, il costo è ancora una voce importante e, in generale, possiamo dire che i range di prezzo per una batteria di accumulo sono i seguenti:

Potenza Accumulo Prezzo medio (batterie agli ioni di litio)
4.5 kW 4.000 – 6.000
6 kW 6.000 – 8.000
10 kW 8.000 – 11.000

Mediamente, nonostante il costo di acquisto e installazione di un impianto fotovoltaico  con accumulo sia nettamente maggiore rispetto ad un tetto solare tradizionale, i tempi di ammortamento dell’investimento sono simili, soprattutto se si va a beneficiare delle detrazioni fiscali del 50%, che offrono quindi un ulteriore risparmio dilazionato in 10 anni sul costo totale dell’intera operazione.

Fatte queste considerazioni sulla convenienza, andiamo ad approfondire come è fatto l’impianto con batteria e quali altri vantaggi può offrire a chi decide di abbinare lo storage al proprio tetto solare.

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Come è composto un impianto fotovoltaico con batteria per l’autoconsumo?

Impianto fotovoltaico Offgrid con BatteriaUn impianto fotovoltaico con accumulo non è molto differente da un impianto tradizionale e di differenze, esternamente, non ce ne sono. Le batterie per il fotovoltaico possono tranquillamente essere montate anche in un secondo tempo, o a distanza di anni. La differenza sta nel dover adibire una piccola parte di un locale per contenere l’accumulatore, che può anche essere integrato con l’inverter.

Installando un impianto fotovoltaico con accumulo dimensionato correttamente si può arrivare a coprire fino all’80% – 90% del fabbisogno energetico quotidiano, durante una normale giornata di sole. E’ stato provato che anche in una giornata autunnale parzialmente nuvolosa, questo tipo di impianto riesce a coprire fino al 60% del fabbisogno quotidiano. L’importante è riuscire a dimensionare correttamente il tutto nella fase di installazione degli impianti fotovoltaici.

Pensare di arrivare ad una percentuale di autoconsumo del 100% è poco realistico, soprattutto se l’impianto serve ad alimentare anche impianti di riscaldamento e/o raffrescamento ad energia elettrica. Per questo motivo, una configurazione stand alone, anche detta ad isola, in cui la casa è completamente scollegata dalla rete elettrica, è sempre sconsigliata, perché ci si potrebbe ritrovare al buio proprio in quei momenti in cui si ha maggiormente bisogno di elettricità.

 

Le regole per un corretto dimensionamento:

Considerando un consumo medio annuo per famiglia pari a 3.200 kWh, se ne deduce che il consumo giornaliero si attesta intorno ai 9 kWh. Di questi circa il 40% avviene nelle ore notturne, per cui almeno 4 kWh devono essere disponibili durante la notte. Un pacco batterie per fotovoltaico da 4 kWh permette quindi di soddisfare il fabbisogno notturno dell’abitazione nella maggior parte delle situazioni. Ovviamente anche i pannelli fotovoltaici vanno installati nella quantità corretta, devono infatti alimentare l’abitazione e caricare allo stesso tempo le batterie.

 

Quali sono i requisiti per l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo?

Per quanto concerne un impianto fotovoltaico con batteria nuovo, non ci sono particolari regolamentazioni.

Per impianti fotovoltaici già esistenti, su cui si desidera effettuare un repowering con aggiunta della batteria, l’accumulo può essere installato a patto che non ci sia in essere un contratto di Scambio sul Posto con il GSE con gli incentivi del primo Conto Energia, ma in quelli successivi.

 

Ogni quanto vanno sostituite le batterie per fotovoltaico?

In commercio esistono vari tipi di batterie di accumulo, ma ormai quelle al litio raccolgono la quasi totalità del mercato. Anche in questo caso, scegliere in maniera autonoma è troppo difficile e conviene affidarsi a tecnici qualificati che possano effettuare una consulenza dettagliata, dalla quale ottenere un preventivo per un fotovoltaico con accumulo.

In passato venivano installate anche le batterie al Piombo-gel, che costano meno ma durano mediamente 5 anni, mentre quelle al litio costano di più e durano circa 10 anni.

Un installatore professionista potrà calcolare quante batterie per fotovoltaico sono necessarie alle vostre esigenze e stabilire cosa è meglio acquistare.

Investire nelle batterie al litio, significa doverle sostituire dopo 10 anni, quando molto probabilmente il loro costo sarà nettamente inferiore a quello odierno.

Le variabili in gioco sono veramente tante e complicate, ma il concetto di base rimane quello appena descritto.

Addentrandosi in questa fascia di mercato, i vari produttori di accumulatori stanno lavorando duramente per presentare l’offerta perfetta e questo può solamente portare dei benefici ai consumatori finali.

In particolare, dopo l’innovazione introdotta da SMA e da Tesla Powerwall, sempre più dispositivi sul mercato offrono inverter e accumulo integrati nello stesso dispositivo, sempre più compatto e facile da installare anche laddove non ci sono spazi molto grandi.

 

Richiedete sempre una consulenza per un fotovoltaico con accumulo

Se pensate di procedere all’installazione di impianti fotovoltaici nella vostra abitazione, il consiglio è quello di richiedere una consulenza preliminare per un impianto fotovoltaico con accumulo, in modo da poter valutare l’effettiva convenienza insieme ad un team di esperti.

 

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